MIOPIA, PERCHE'?
Il fenomeno
è noto a tutti: la visione per lontano peggiora progressivamente, si iniziano
ad usare gli occhiali per vedere la lavagna, per il cinema, alla guida, ecc.
La visione per vicino resta invece buona, il miope lieve-medio può leggere
abitualmente senza occhiali.
Il fenomeno è studiato da anni con almeno due tipi di approcci scientifici,
tra loro piuttosto diversi:
L'approccio classico lo descrive come una modifica della lunghezza
del bulbo oculare. La causa primaria sarebbero le leggi genetico/biologiche
(3), quindi la nascita, la progressione e lo stabilizzarsi della miopia
sarebbero scritte nel codice genetico del singolo. Su questa base ereditaria
influirebbero poi le attività ormonali del singolo, lo stato di salute, i
farmaci assunti, l'alimentazione, ecc. in modo inibente o scatenante.
Le possibilità di intervento preventivo sono considerate scarse o assenti.
Le indicazioni di massima prevedono monitoraggi più o meno frequenti, l'assunzione
di complessi vitaminici mirati e l'utilizzo di occhiali e lenti a contatto
di potere diottrico tale da permettere una visione confortevole.
Si indica con la fine degli studi (circa 18/22 anni) il periodo di arresto
della progressione miopica ed a questo punto, recentemente, si prendono in
considerazione tecniche chirurgiche più o meno consolidate per ridurre la
miopia.
L'approccio funzionale/ambientale, tipico della scuola
optometrica american di indirizzo comportamentale, fin dagli anni '30
considera la miopia come una forma di maladattamento del soggetto alla eccessiva
richiesta di impegno visivo da vicino: studio, lavori di precisione, ed ultimamente
computers e giocattoli miniaturizzati.
Solo negli ultimi 30 anni la scolarizzazione ha raggiunto tutte le fasce sociali
con diffusione mondiale. Tutte le attività moderne sono svolte col corpo e
con gli occhi, in spazi ristretti, spesso in assenza di movimento o quasi.
La miopia viene vista dagli optometristi comportamentali, (1) (2) (3), anche
come una conseguenza alle eccessive richieste visive prossimali, con l'inevitabile
peggioramento per lontano. Il risultato finale, ma in questo caso solo l'ultimo
di una serie di passaggi, è la modifica dell'organo (l'occhio) nei suoi parametri
anatomici, quindi allungamento del bulbo e conseguente miopia. La funzione
modifica la struttura.
Secondo la teoria funzionale/ambientale è possibile scoprire in anticipo
i segnali premonitori di tendenza mopica in quei soggetti che non sono
ancora miopi, per poter agire sulle cause. Opportuni interventi optometrici,
(Visual
Training) , possono ristabilire un equilibrio nel sistema visivo ed in
tutto l'organismo, in modo da evitare l'insorgere della miopia. Anche i miopi
che continuano a peggiorare traggono beneficio da una accurata indagine optometrica,
che prende il nome di Analisi
Visiva dei 21 punti. In questi casi l'intervento Optometrico è teso a
proporre tutti i mezzi attivi e passivi adatti a bloccare o rallentare la
progressione miopica (6). Lo scopo di una Analisi Visiva optometrica(5) è
quello di avere un quadro accurato delle cause che indicano, nel soggetto
giovane e sano, una tendenza miopica.
Bisogna premettere inoltre che l'analisi visiva ed il Visual Training non
sono applicabili in tutti quei soggetti che presentano patologie in corso
e sintomi di esaurimento psicofisico di pertinenza medica.
L'obiettivo di queste metodiche di indagine è il riconoscimento precoce della
miopia, delle sue cause e degli interventi
applicabili.
Prof.
Riccardo Olent
LA MIOPIA PUO' ESSERE RICONOSCIUTA PRECOCEMENTE
LA MIOPIA PUO' ESSERE PREVENUTA
LA MIOPIA PUO' E DEVE ESSERE CONTROLLATA E RIEDUCATA
BIBLIOGRAFIA: 1. - Biondi M.: Miopia e rieducazione visiva, Tesi di Laurea
State University of Riga. Riga, 1992; non pubblicato 2. - Manas L.: L'Analisi
visiva. Bruxelles: Societè d'Optometrie d'Europe 3. - Forrest E.B. : Stress
and Vision. Santa Ana - California: Optometric Estension Program, 1988